La mia Torino
“d’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie ma la risposta che dà a una tua domanda…”
E’ alle parole di Calvino che penso istintivamente provando a mettere sulla carta le emozioni che provo se penso alla “mia Torino”.
Torino è nobiltà, nostalgia, eleganza, bellezza solare e fascino sottile. E’ il nitore di certi cieli primaverili e il verde del Valentino in primavera. E’ il fiume. Sono i suoi caffè e i suoi mercati, i palazzi nobiliari e le fabbriche severe.
Le risposte? Non le ho ancora, e mi piace ancora cercare angoli nascosti che della “mia Torino” non siano noti.
E mi sembra bellissimo raccontare in modo non convenzionale la metamorfosi della città, le mille facce di chi nell’artigianato e nella enogastronomia, nella ricerca e nella produzione, nella cultura e nello studio fa grande Torino tutti i giorni, di chi nell’industria e nel design porta fiero nel mondo il nome della prima capitale d’Italia.
Metropoli industriale un tempo, capitale di cultura e di bellezza oggi.
Alla vigilia dell’Esposizione Universale del 2015 svelare online angoli della nostra città, quelli per intenderci che hanno ispirato scrittori ed artisti, raccontare i segreti di palazzi e monumenti, descrivere le opere d’arte tesoro dei nostri ingenti giacimenti cultura, raccontare i segreti dell’architettura e della memoria sportiva, è un esercizio raffinato e una sorpresa per i curiosi.
Con la formula del passaparola che solo l’ hashtag #lamiatorino consente, sono certo che l’alchimia messa in opera dai 15 blogger che animeranno l’impresa di Turismo Torino e Provincia e Hub09 sortirà una nuova energica forza di attrazione.
Grazie alla modernità, dunque. E all’inventiva dei social network lungo i quali già transita la linfa della modernità e le idee innovative che da sempre accompagnano la continua rigenerazione della città.
Anche questa è la magia di Torino, una città che nel cambiamento costruisce il suo futuro.
Piero Fassino
Il progetto #lamiatorino offre un contatto non convenzionale con la città utilissimo: nuove esperienze di conoscenza tra turista e autoctono che racconta i luoghi di vita quotidiani; esperienze generate dal senso di indipendenza ed intraprendenza nonché dalla curiosità che induce il viaggiatore alla ricerca di contatto “autentico” con i luoghi e la cultura locale.
Si tratta di una nuova opportunità – e al tempo stesso di una responsabilità – che coinvolge la comunità locale a cui, come greeters, siamo orgogliosi di appartenere.
“…le immagini della città possono essere molteplici e differenti tra gli abitanti di una particolare area in relazione al diverso uso che gli abitanti ne fanno e alle relazioni in essa intrattenute tra il turista ospitato e la comunità ospitante…”
Grazie Michele per le tue parole!
Continua a seguirci:-)!